Non nobis Domine 48

Le tentazioni sono inevitabili, legati come siamo alla nostra natura umana. Anche i santi sono tentati. Per questa ragione, Gesù ci ha insegnato a pregare “non ci indurre in tentazione”, che la Nuova Chiesa ha sostituito con “non ci abbandonare alla tentazione”. Come se Dio ci volesse del male. Dio mette alla prova i Suoi figli e li premia se questi superano quella prova, non si fanno sedurre dalle tentazioni, che appartengono al diavolo e vivono nella virtù.
Scrive sant’Agostino: “A voi giovani, dunque, soprattutto, rivolgiamo l’esortazione a farvi attrarre dalla bellezza della vera virtù. Non v’è bellezza di creatura terrena, non v’è splendore di metalli né amenità di boschi o splendore di fiori, non v’è ornamento del corpo, naturale o artificiale, né armonia di corde e tibie, né dolcezza di odori o piacere di sapore o abbraccio alcuno che possano reggere al confronto con la bellezza propria della sapienza, con il suo spirare, con la sua dolcezza, con il suo nutrimento. Non vi proibiamo di amare, bensì di amare in modo turpe. Se volete amare, amate la sapienza, adoperatevi a raggiungerla. Per non essere spaventati alla sua vista, mettete ordine dentro di voi. Come gli occhi lascivi si fissano sugli ornamenti del corpo, così essa guarda dentro, agli ornamenti del cuore. Questi ornamenti non li attingerete dalle vostre ricchezze; essa detesta i superbi e quelli che amano vantarsi di ciò che hanno: Che cosa possiedi che tu non abbia ricevuto? È la sapienza stessa a donarci quello con cui possiamo piacerle. Solo che l’amiate, lei vi fa salvi; abbracciatela, e lei vi farà salire in alto; fatele onore, e lei vi cingerà il capo con la corona dei suoi doni. La sapienza è radiosa e indefettibile, facilmente è trovata da chi l’ama. Proponetevi di farla vostra, a lei volgete il vostro desiderio, ardete di amore per lei, per lei consumatevi. Rinnegate voi stessi perché lei non vi rinneghi, vedendovi compiaciuti di voi stessi. La sua compagnia non dà amarezza. Se sentite lo slancio di amare, amate lei; se siete belli, fatevi piacere a Dio; se siete giovani, impegnatevi a vincere il diavolo. L’angelo chiamò Daniele ” l’uomo dei desideri “. I suoi desideri non erano che di aprirsi ardentemente alla bellezza della sapienza; per questo egli da giovane vinse la lascivia, quando fu prigioniero calpestò la superbia dei re, quando fu rinchiuso con i leoni, fece loro chiudere le fauci”.