La rugiada

Sembra – ma è più che un sembrare, visto che non c’è nessuna smentita alla voce che viene diffusa in queste ore – che una delle modifiche del Messale del Novus Ordo, su cui alacremente sta lavorando una commissione di “esperti”, sia quella di sostituire le parole attuali che precedono la consacrazione (“santifica questi doni con l’effusione del tuo spirito”), con l’introduzione della parola “rugiada”.
La “rugiada” – in base alla definizione che ne dà il Vocabolario Treccani – è una “Precipitazione atmosferica costituita dalla condensazione del vapore acqueo atmosferico sui corpi al suolo, causata dal raffreddamento conseguente alla irradiazione terrestre notturna; è un fenomeno caratteristico delle notti serene, più evidente sulle foglie dei vegetali perché su queste si condensa anche il vapore da esse stesse emesso: “un prato bagnato di rugiada, foglie cosparse di r.; minute goccioline di r. brillavano ancora sull’erba; Quando noi fummo là ’ve la rugiada Pugna col sole (Dante)”.
E’ comprensibile che in un tempo in cui l’umanità – sollecitata da guide che non hanno ormai nulla a che fare con la parola di Dio e con il Magistero bimillenario della Chiesa – si utilizzino parole e gerghi che fanno parte dell’armamentario di Greta Thunberg, che raduna le masse con l’obiettivo di salvare la Terra.
Il Cielo, in base a questa prospettiva, non deve più esistere. Quale momento migliore per esplicitare questo concetto – così caro agli ambienti massonici – se non quello dell’atto di consacrazione?
Si stanno confrontando – nello scontro finale tra la santa Vergine Maria e il serpente – “due città”, come sosteneva magistralmente nei suoi scritti Sant’Agostino: la città di Dio e la città degli uomini. Il bene si sta confrontando con il male, che sembra avere il sopravvento.
E’ solo l’inizio di questo “scontro finale”, che prelude a scenari già descritti dai profeti, enunciati nelle Sacre Scritture (direttamente da Gesù, nel Suo discorso escatologico sulla grande tribolazione, contenuto nel Vangelo di Matteo; da San Giovanni nell’Apocalisse), ribaditi nelle apparizioni della Santa Vergine Maria (in particolare, a La Salette, a Fatima, alle Tre Fontane).
Le forze del male vogliono colpire ora – e non si fermeranno – il cuore del messaggio cristiano: l’Eucaristia, il rinnovo incruento del sacrificio di Nostro Signore Gesù Cristo.
Non dobbiamo avere paura. Gesù si manifesterà presto. Nelle forme e nei modi che Egli deciderà e in un momento che noi non sappiamo. La Sua nuova venuta sulla Terra sarà preceduta da castighi tremendi, inimmaginabili, nei quai saranno coinvolti tutti, anche molti dei “giusti”.
Due giorni prima dell’Immacolata Concezione, collettivi universitari rossi e lgbt di Bologna promuovono una festa, che ha come titolo “Immacolata contraccezione”. Invece di promuovere Sante Messe riparatrici di quest’esercizio di blasfemia, si parla di “libertà di pensiero”. Un “papabile”, come l’arcivescovo di Bologna, Zuppi, recentemente promosso a cardinale, tace.
Non dobbiamo stupirci.
Quando Gesù sul Getsemani prega Suo Padre, prima che tutto si compia, chiede ai tre discepoli che Lo accompagnano, di attenderLo, pregando. Lui torna da loro tre volte e per tre volte vede che invece di pregare, dormono.
Quando tutto si compie, Gesù viene abbandonato da tutti coloro che aveva scelto come Suoi discepoli. Gli resta accanto solo Giovanni, il “discepolo che Lo amava e che Egli amava”, insieme a Sua Madre e alle altre donne che assistono allo strazio della Croce e a quella “scena” che ha cambiato la storia dell’umanità.
Quello che è avvenuto allora, si ripete. Gesù è solo. Ciascuno di noi ha una sola domanda a cui rispondere attraverso la sua coscienza: vogliamo lasciarLo solo o testimoniare che siamo disposti – qualunque sia il prezzo da pagare – a testimoniare con la nostra vita il nostro amore per Lui e a diventare martiri della fede?
Questo accadrà: inizieranno le persecuzioni anche fisiche di coloro che vogliono restare nella sequela di Gesù. Prepariamoci. Con coraggio.