Non nobis Domine 24

Ero in Tribunale. Uno dei miei carnefici si divertì a deridermi e a massacrarmi. Rimasi sereno. Quando uscimmo dall’aula, ci incrociammo. Probabilmente si aspettava che io inviessi contro di lui. Dio, invece, aveva già deciso di custodirmi e di farmi comprendere che quella persecuzione era una prova per misurare la mia fede e la mia conversione ed era anche l’inizio della mia purificazione.
Guardai negli occhi il mio carnefice e sentii di volergli bene. Gli accarezzai il viso e glielo dissi. I suoi occhi erano increduli. Aggiunsi di salutarmi tutti i miei ex amici che si stavano accanendo contro di me.
Poi, da solo, versai qualche lacrima. È una pagina della mia vita che non dimenticherò mai. Vissi, in quei momenti, la potenza del perdono, che ci apre la possibilità di essere in rapporto intimo con Dio. D’altra parte, se volessimo bene solo a chi ci vuole bene, quali meriti acquisiremmo davanti a Dio?