NON NOBIS DOMINE 9

Dice Gesù, in modo solenne, indicando la Verità: «Il Cielo e la Terra passeranno, ma le mie parole non passeranno» (Mt 24, 35). Commenta sant’Ilario di Poitiers: «Il Cielo e la Terra, per la loro natura di cose create, non sono necessariamente immutabili, talchè possono anche non esistere; invece le parole di Cristo, che traggono origine dall’eternità, possiedono tale forza e tale potere da durare per sempre».
Cristo dice quella frase prima di dichiarare che solo Suo Padre – né Lui, né gli Angeli del Cielo – conosce il giorno e l’ora in cui Cielo e Terra passeranno e si vivranno la fine dei tempi e il giudizio finale.
Perché Nostro Signore, che conosce alla perfezione il piano della salvezza, non rivela quel giorno nel quale Egli stesso tornerà per la seconda volta sulla Terra? Per aiutare gli apostoli, i discepoli e la generazione dei cristiani di ogni epoca a perseverare nella vigilanza e per riaffermare la dimensione trascendente. Se l’uomo abbandona questa dimensione, rimane in balia di quello che il mondo gli propone. Se non opera vigilando, su se stesso e sulla realtà che lo circonda, non riesce a distinguere il Bene dal male. La sua vita eterna, quella per cui Cristo ha sacrificato se stesso sulla Croce, è perduta, insieme alla sua vita terrena.