Non nobis Domine 25

Un autorevole esponente del mondo cattolico, una decina d’anni fa mi disse, dopo una conferenza: “se lei continua a dire la verità, non la inviterà più nessuno, perché nel nostro mondo la verità non si dice”. Così è stato.
Non me ne rammarico. Certo, mi dispiace non incontrare più le persone che leggono le cose che scrivo, ma ho accettato con umiltà di usare i pochi mezzi che ho per divulgare le mie idee e ringrazio sempre coloro che in questi anni mi hanno dimostrato amicizia e considerazione.
D’altra parte, la vita mi ha insegnato che bisogna stare lontani dai luoghi e dalle persone che praticano la menzogna. Scriveva Sant’Agostino: “Molte sono le specie di menzogna, e noi le dobbiamo odiare tutte, senza distinzioni, poiché non c’è menzogna che non sia in contrapposizione con la verità. Verità e menzogna sono infatti cose contrarie fra loro come luce e tenebre, pietà ed empietà, giustizia e ingiustizia, peccato e opere buone, salute e infermità, vita e morte. Quanto più dunque amiamo la verità, tanto più dobbiamo odiare la menzogna. Tuttavia, ci sono delle menzogne che, se le si crede, non recano alcun danno, per quanto l’intenzione di ingannare anche con questo tipo di menzogne non è esente da danni: i quali però ricadono su chi mente e non su chi gli presta fede”.
Vi sono molti cattolici che praticano la menzogna, come quelli che dicono di combattere l’aborto senza ricordare che sono le mamme cattoliche battezzate ad accompagnare le loro figlie ad abortire o che la legge sull’aborto è stata firmata e voluta da cattolici o che i 10 milioni di euro all’anno che lo Stato elargisce a Radio Radicale vedono il consenso dei cattolici. Meglio stare lontano, quindi, da queste ipocrisie – che come diceva il filosofo francese – sono l’omaggio che il vizio rende alla virtù. Molto meglio preservarsi, continuare a dire la verità fino alla fine e dare valore alla solitudine.