Non nobis Domine 14

Fjodor Dostoevskij fa dire a DImitrij, nei Fratelli Karamazov: «Giacché sappiate, cari, che ciascuno di noi è senza dubbio colpevole per tutti e per tutto ciò che accade sulla terra, non solo per la comune colpa del genere umano, ma ciascuno personalmente è colpevole per tutta l’umanità e per ogni altro singolo uomo sulla terra».
Non possiamo, per nostra natura, dichiararci innocenti. Siamo marchiati dal peccato originale e ne scontiamo ogni momento della nostra esistenza le conseguenze. Ogni momento della nostra vita siamo tentati. Per questo Gesù ci ha insegnato a pregare “non ci indurre in tentazione” (e questa Chiesa che non crede più a niente l’ha abolito). Ogni momento della nostra vita dobbiamo combattere con le potenze infernali, che ci sovrasterebbero se la Provvidenza di Dio non venisse a soccorrerci. Oggi momento della nostra vita – come scrive Dostoevskij – dobbiamo sentirci e dichiararci colpevoli e chiedere perdono “per tutta l’umanità e per ogni altro singolo uomo sulla terra”. Ogni momento della nostra vita dobbiamo ricordare che concorriamo anche noi al sacrificio di Gesù Cristo sulla Croce e a quello incruento che si rinnova con la Santa Messa: con i nostri silenzi, le nostre omissioni, le noste pavidità, i nostri peccati. Egli è stato giustiziato per colpa nostra. Non ci insuperbiamo mai, allora. Consideriamo che siamo polvere e torneremo ad essere polvere. Comportiamoci come il cieco di Gerico. Chiediamo a Gesù pietà e chiediamoGli di vedere. Lui ci esaudirà.