L’ultima battaglia
«Guardate al cuore delle cose e abbiate fede», scrive C. S. Lewis ne L’ultima battaglia. Per noi che ci arrabattiamo nel presente e viviamo le insidie di questo mondo, guardare al cuore delle cose è l’unico modo per affrontarle. Altrimenti, angoscia e disperazione ci sovrasteranno e ci travolgeranno. Le prove che dobbiamo sopportare nella vita non sono opera umana, ma spirituale. Scrive san Paolo: «La nostra battaglia non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti» (Ef 6, 12).
I dominatori di questo mondo intendono rubare agli uomini la loro anima. Questo abbiamo vissuto in questi anni e non ce ne siamo accorti. L’oscurità ha pervaso la nostra vita, con l’obiettivo di appropriarsene. La maggioranza degli uomini non si è potuta avvalere degli strumenti spirituali per accorgesene. Per troppo tempo il male ha operato rendendo aridi i loro cuori e offuscando la loro ragione. Sono rimasti in balìa di un potere civile che ha operato in maniera consapevolmente distruttiva e di una gerarchia ecclesiastica che l’ha assecondato. Questo connubio – che è espressione del male – è stato già sconfitto da Nostro Signore, che ci ha avvertito: «Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le lampade, ma non presero con sé olio; le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono. A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro! Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. E le stolte dissero alle sagge: Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono. Ma le sagge risposero: No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene. Ora, mentre quelle andavano per comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, signore, aprici! Ma egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora» (Mt 25, 1-13).
L’insegnamento della parabola è l’esortazione alla vigilanza: significa possedere la luce della fede, che si serba viva con l’olio della carità. «Queste vergini, cinque sagge e cinque stolte», dice sant’Agostino, discorso 93, «sono assolutamente tutte le anime dei cristiani. Ma, per dirvi ciò che pensiamo per ispirazione di Dio, non sono le anime di qualsiasi specie, ma le anime che hanno la fede cattolica e si vedono praticare le opere buone nella Chiesa di Dio, eppure di esse cinque sono sagge e cinque stolte. Prima, dunque, vediamo perché sono indicate come cinque e come vergini e dopo consideriamo il resto. Ogni anima nel corpo è denotata col numero cinque perché fa uso dei cinque sensi. Noi, infatti, col corpo non percepiamo alcuna sensazione se non attraverso una porta di cinque sportelli: o con la vista, o con l’udito, o con l’odorato, o col palato, o col tatto. Orbene, chi si astiene dal vedere, dall’udire, dall’odorare, dal gustare o dal toccare cose illecite, riceve il nome di vergine. Ma se è un bene astenersi dai moti illeciti dei sensi e perciò qualunque anima cristiana ha ricevuto il nome di vergine, per qual motivo cinque di esse vengono fatte entrare e cinque sono respinte? Sono vergini eppure sono respinte. Non basta che siano vergini, ma hanno anche le lampade. Sono vergini in quanto si astengono dalle sensazioni illecite, hanno le lampade in quanto fanno le opere buone. Di queste opere il Signore dice: “La vostra luce risplenda davanti agli uomini perché vedano le vostre opere buone e diano gloria al Padre vostro ch’è nei cieli”. Ai discepoli dice ugualmente: “Siate sempre pronti con la cintura ai fianchi e le lampade accese. Nei fianchi legati con la cintura è denotata la verginità, nelle lampade accese le opere buone (…). Trattiamo ormai delle cinque vergini sagge e delle cinque stolte. Volevano andare incontro allo sposo. Che significa: “andare incontro allo sposo”? Andare col cuore, aspettare il suo arrivo. Ma quello tardava. Mentre egli tardava si addormentarono tutte. Che significa tutte? Tanto le sciocche quanto le sagge si assopirono tutte e si addormentarono. È forse buono questo sonno? Che significa questo sonno? Forse per il ritardo dello sposo, poiché il male sarà assai diffuso, si raffredderà la carità di molti? Dovremo forse intendere in questo senso tale sonno? Non sono d’accordo, e dico perché. Perché tra quelle vergini ci sono quelle sagge; e in ogni modo quando il Signore disse: Poiché il male sarà assai diffuso, si raffredderà la carità di molti, soggiunse e disse: Ma chi persevererà sino alla fine sarà salvo. Dove volete che si trovino queste prudenti? Non volete forse che si trovino tra coloro che perseverarono sino alla fine? Non per altro motivo, fratelli, assolutamente per alcun altro motivo sarebbero state fatte entrare se non perché avevano perseverato sino alla fine. Non s’insinuò dunque di nascosto in esse il freddo della carità, in esse non si raffreddò la carità, ma continuò ad ardere sino alla fine. Poiché continuò ad ardere sino alla fine, si aprirono per esse le porte dello sposo; per questo fu detto loro di entrare come a quell’ottimo servo: Entra e partecipa alla gioia del tuo Signore. Che significa dunque: Furono prese tutte dal sonno? Si tratta d’un altro sonno che non può essere evitato da nessuno. Non vi ricordate di quanto dice l’Apostolo: Non vogliamo, fratelli, lasciarvi nell’ignoranza riguardo a quelli che dormono, cioè riguardo a coloro che sono morti? E per qual motivo si chiamano “dormienti” se non perché nel giorno destinato risorgeranno? Si addormentarono dunque tutte. Forse perché una è prudente non morrà? Che una vergine sia sciocca o saggia, tutte dovranno sottostare al sonno della morte. Talora però la gente dice: “Ecco che viene il giorno del giudizio, tanti sono i tristi eventi, tanto si moltiplicano le tribolazioni; ecco, si sono adempiute quasi tutte le predizioni dei Profeti, ormai è imminente il giorno del giudizio”. Coloro che dicono così, e lo dicono con fede, vanno con siffatti pensieri, per così dire, incontro allo sposo. Ma ecco una guerra dopo l’altra, una tribolazione dopo l’altra, un terremoto dopo l’altro, una carestia dopo l’altra, un popolo si solleva contro un altro popolo ma lo sposo ancora non viene. Quando dunque ancora si aspetta che venga, si addormentano tutti coloro che dicono: “Ecco, viene il giorno del giudizio e ci troverà ancora in vita”. E mentre parlano in questo modo si addormentano. Ciascuno, dunque, sia vigilante fino a quando arriva il sonno e perseveri nella carità fino al momento di prendere sonno; il sonno lo trovi in attesa dello sposo. Supponiamo che si sia addormentato. Colui che dorme non si volgerà forse per risorgere? Tutte, dunque, si addormentarono: sia le sagge che le sciocche, si addormentarono tutte.
Ecco che a mezzanotte si udì un grido. Che significa: a mezzanotte? Quando non si spera, quando non si crede affatto. Dice “notte” nel senso di “ignoranza”. Qualcuno tra sé e sé fa questo calcolo: “Ecco, da Adamo sono passati tanti anni e siamo ormai al termine di seimila anni; ora, secondo i calcoli d’alcuni interpreti, deve venire senz’altro il giorno del giudizio”. Ma tutti questi calcoli se ne vanno e passano e lo sposo tarda ancora a venire, e sono immerse nel sonno le vergini che gli erano andate incontro. Ma ecco che, mentre non si spera più, mentre si dice: “Sono passati i seimila anni che aspettavamo, e come potremo sapere ora quando verrà?”, egli verrà a mezzanotte. Che significa: “Verrà a mezzanotte”? Verrà quando non lo saprai. Perché verrà quando non lo saprai? Ascolta il Signore in persona: Non spetta a voi sapere il tempo che il Padre si è riservato di fissare. Il giorno del Signore – dice l’Apostolo – verrà come un ladro di notte. Veglia dunque di notte per non essere sorpreso dal ladro. Poiché, volere o no, il sonno della morte verrà. Ma ciò avverrà solamente quando a metà della notte si farà udire un grido. Qual è questo grido, se non quello di cui parla l’Apostolo? In un batter d’occhio, quando si sentirà l’ultimo suono di tromba. Poiché sonerà la tromba e i morti risorgeranno incorruttibili e noi saremo trasformati. Orbene, dopo che a mezzanotte si sarà fatto sentire il grido con cui si annuncerà: Ecco, arriva lo sposo, che cosa seguirà? Si alzarono tutte. Che cosa vuol dire si alzarono tutte? Verrà un’ora – lo disse il Signore in persona – in cui tutti i morti, che sono nelle tombe udranno la sua voce e verranno fuori. Si alzarono dunque tutte all’ultimo suono della tromba. Ma le sagge avevano portato con loro l’olio nei vasetti; le stolte invece non avevano portato l’olio con loro. Che vuol dire: non avevano portato l’olio nei loro vasetti? Che significa: nei loro vasetti? Nei loro cuori. Per questo l’Apostolo dice: il nostro vanto consiste nella testimonianza della nostra coscienza. Lì dentro c’è l’olio, un olio importante; quest’olio proviene da un dono di Dio. Per conseguenza gli uomini possono mettere olio entro i vasetti, ma non possono creare un ulivo. “Ecco, io ho l’olio”; sei stato forse tu a creare l’olio? Esso è un dono di Dio. Se hai l’olio, portalo con te. Che cosa vuol dire: “portalo con te”? Abbilo nel tuo intimo, lì devi piacere a Dio.
Ebbene, ecco queste vergini stolte che non hanno portato l’olio con loro: con la loro continenza per cui sono chiamate vergini, e con le opere buone, quando sembra che portino le lampade, desiderano solo piacere agli uomini. Ma se desiderano solo piacere agli uomini e a tale scopo compiono tutte queste azioni lodevoli, non portano l’olio con loro. Tu dunque portalo con te, portalo nel tuo interno dove ti vede Dio; lì dentro devi portare la testimonianza della tua coscienza. Chi invece si propone quale movente delle proprie azioni la testimonianza proveniente dagli altri, non porta l’olio con sé. Se dunque ti astieni dalle cose illecite e compi opere buone, per essere lodato dalla gente, nel tuo intimo non c’è l’olio. Per conseguenza, quando la gente non ti loderà, si spegneranno le lampade. La Carità vostra consideri quindi attentamente questa circostanza: prima che le vergini si addormentassero, il Vangelo non dice che le loro lampade si fossero spente. Le lampade delle sagge ardevano per l’olio interno, per la tranquillità della loro coscienza, per il vanto intimo, per l’intima carità. Ardevano tuttavia anche le lampade delle sciocche. Perché allora ardevano? Perché non mancavano le lodi umane. Al contrario, dopo essersi svegliate, cioè nella risurrezione dei morti, presero a preparare le lampade, cioè a prepararsi a render conto delle proprie azioni a Dio. Ma allora non ci sarà nessuno che loderà, ciascuno penserà al proprio caso e tutti penseranno a se stessi; ecco perché non c’era nessuno che vendesse l’olio, le lampade cominciarono a spegnersi e le sciocche si rivolsero alle sagge dicendo: Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono. Chiedevano quello a cui erano abituate, cioè a risplendere con l’olio degli altri, a comportarsi alla stregua delle lodi loro fatte dagli altri. Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono. Ma quelle risposero: Perché potrebbe non bastare né a noi né a voi; andate piuttosto a comprarvelo dai venditori. Questa non è una risposta di persone che consigliavano, ma che canzonavano. Perché di persone che canzonavano? Perché quelle vergini erano sagge, perché avevano in sé la saggezza. In realtà però non erano sapienti per loro merito, ma avevano in sé la sapienza, della quale in un libro sacro sta scritto che a coloro che la disprezzano, quando si troveranno nelle sciagure da essa minacciate, dice: Anch’io mi riderò della vostra sventura. Che c’è di strano se le sagge scherniscono le sciocche? Che vuol dire “schernire”? Andate dai venditori e compratelo, poiché eravate solite vivere bene solo perché vi lodava la gente che vi vendeva l’olio. Che significa: “vendevano l’olio”? Vendevano le lodi. Chi sono i venditori di lodi, se non gli adulatori? Quanto meglio sarebbe stato se non vi foste accontentate delle lodi degli adulatori e aveste portato nel vostro intimo l’olio e aveste fatto le opere buone solo per avere la testimonianza della vostra coscienza! Allora avreste detto: Il giusto mi riprenderà con misericordia e mi sgriderà, ma l’olio del peccatore non ungerà la mia testa. È meglio per me – dice – che mi riprenda, mi sgridi, mi schiaffeggi, mi corregga il giusto, anziché mi unga la testa l’olio del peccatore. Che significa “l’olio del peccatore”, se non le lusinghe dell’adulatore? Andate dunque dai venditori, come siete abituate a fare. Ma noi non ve lo diamo. Perché? Forse potrebbe non bastare né a noi né a voi. Che significa: potrebbe non bastare? Non è una risposta suggerita da mancanza di speranza, ma da sobria e santa umiltà. Quantunque una persona dabbene abbia la coscienza pulita, come fa a sapere in qual modo giudicherà Colui che non è ingannato da nessuno? Ha la coscienza serena; non è solleticato da colpe che aveva concepite nel cuore ma, a causa di qualche peccato che si commette ogni giorno della vita umana, sebbene abbia la coscienza tranquilla, tuttavia dice a Dio: Rimetti a noi i nostri debiti, perché ha messo in pratica l’affermazione che segue: Come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori. Ha spezzato di cuore il pane agli affamati, ha vestito di cuore gli ignudi; ha compiuto le opere buone in virtù dell’olio interiore, eppure la stessa buona coscienza è trepidante a causa del giudizio di Dio. Vedi che cosa vuol dire: Dateci un po’ d’olio. Si sentirono rispondere: Andate piuttosto dai venditori. Abituate come siete a vivere bene per le lodi umane, per questo voi non portate l’olio con voi, ma noi non ve lo diamo perché potrebbe non bastare né a noi né a voi. In realtà noi a mala pena osiamo giudicare noi stesse, tanto meno possiamo giudicare voi. Che vuol dire: “A mala pena osiamo giudicare noi stesse”? Vuol dire che quando il re della giustizia si sarà assiso in trono, chi si potrà vantare d’avere il cuore puro? Forse tu non trovi nulla di riprovevole nella tua coscienza, ma lo vede Colui che ci vede meglio, il cui sguardo divino penetra nei segreti più profondi: vede forse qual cosa, trova forse qualcosa di male. Quanto faresti meglio a dirgli: Non entrare in giudizio col tuo servo. E quanto meglio faresti a dirgli: Rimetti a noi i nostri debiti. Poiché a causa di quelle fiaccole, di quelle lampade sarà detto anche a te: Avevo fame e mi hai dato da mangiare. Che dire dunque? Non fecero così anche le stolte? Sì, ma non lo fecero agli occhi di Dio. Ma allora in qual modo lo fecero? Lo fecero come proibisce di farlo il Signore, che disse: Badate di non fare le vostre opere buone davanti alla gente per essere ammirati da essa; altrimenti non riceverete alcuna ricompensa dal Padre vostro, ch’è in cielo. E quando pregate, non imitate gl’ipocriti, poiché amano stare in piedi sulle piazze e pregare per essere visti dalla gente. Io vi assicuro che hanno già ricevuta la ricompensa. Comprarono l’olio, sborsarono il prezzo; comprarono, non furono defraudati delle lodi umane; andarono in cerca delle lodi umane, le ebbero. Nel giorno del giudizio però queste lodi umane non potranno servir loro a nulla. Ma quelle altre come agirono? Le vostre opere buone risplendano davanti alla gente, perché vedano le vostre buone azioni e diano gloria al Padre vostro ch’è nei cieli. Non dice: “Diano gloria a voi”. L’olio, infatti, non l’hai per merito tuo. Vàntati e di’: “Io ce l’ho, ma perché datomi da lui”. In realtà che cosa hai che non hai ricevuto? Quelle agirono in quel modo, queste invece in quest’altro modo.Non c’è da meravigliarsi però che, mentre [le stolte] vanno a comprare, mentre cioè vanno in cerca d’individui da cui esser lodate, ma senza trovarli, mentre vanno in cerca d’individui da cui ricevere incoraggiamenti, ma senza trovarli, si apre la porta, arriva lo Sposo e la sposa, cioè la Chiesa già glorificata con Cristo in modo che tutte le membra si riuniscano a tutto il corpo. [Le sagge allora] entrarono con lui nella sala del banchetto nuziale e la porta fu chiusa. Arrivarono poi anche le stolte, ma riuscirono forse a comprare l’olio o trovarono chi glielo vendesse? Per questo motivo trovarono le porte chiuse; si misero a bussare, ma troppo tardi.
È stato detto, ed è vero, è stato detto senza inganno: Bussate e vi sarà aperto, ma si deve bussare adesso ch’è il tempo della misericordia, non quando sarà il tempo del giudizio. Poiché questi tempi non possono confondersi, dal momento che la Chiesa canta al proprio Signore la misericordia e la giustizia. Pèntiti ora ch’è tempo di misericordia. Ti pentirai forse al tempo del giudizio? Se farai così ti troverai tra le vergini alle quali fu chiusa in faccia la porta. Signore, Signore, aprici. Non si pentirono forse di non aver portato l’olio con loro? Ma che cosa giovò la tardiva resipiscenza, quando furono derise dalla vera sapienza? La porta, dunque, fu chiusa. E che cosa fu detto loro? Non so chi siete. Non le conosceva forse Colui che conosce tutto? Che significa allora: Non so chi siete? Io non vi approvo, ma vi riprovo. Io non vi riconosco conformi alla mia sapienza creatrice; essa non conosce i vizi ma, cosa da sottolineare, non li conosce eppure li giudica. L’ignora perché non li ha fatti, ma li giudica perché li biasima. In questo senso, dunque, io non vi conosco.
Le cinque vergini prudenti andarono [incontro allo sposo] ed entrarono [nella sala]. Siete molti, fratelli miei, che vi chiamate cristiani; magari ci fossero fra voi quelle cinque prudenti, ma non dovete essere solo cinque di numero. Ci siano tra voi persone come le cinque vergini sagge, appartenenti cioè alla saggezza raffigurata dal numero cinque. Verrà infatti l’ora, ma non sappiamo quando verrà. Verrà a mezzanotte: vegliate. Così conclude il Vangelo: Vegliate perché non sapete né il giorno né l’ora. Se dunque è inevitabile addormentarci, in qual modo potremo vegliare? Veglia col cuore, con la fede, con la speranza, con la carità, con le opere; e quando ti sarai addormentato col corpo, verrà il momento d’alzarti. Quando poi ti sarai alzato, prepara le lampade. Allora non si spengano, allora vengano alimentate dall’olio interno della coscienza; allora lo sposo venga abbracciato con amplessi spirituali; allora t’introduca nella casa ove non dovrai mai dormire, dove la tua lampada non potrà spegnersi mai. Oggi al contrario ci affanniamo e le nostre lampade sono agitate dai venti di questo mondo e dalle tentazioni; ma la nostra fiamma arda per la fortezza d’animo in modo che il vento della tentazione, anziché spegnerla, accresca la fiamma».
Guardiamo con fede – allora – al cuore delle cose. Solo così, cari amici, si possono sconfiggere le tenebre e si possono rinchiudere i lupi nelle loro tane.
Cari amici,
in queste settimane, sto ultimando un nuovo libro sugli ultimi tre anni di dittatura mediatica e sanitaria e sulla saldatura dei due poteri, civile e religioso, come accadde duemila anni fa, contro Cristo e quindi contro la persona umana. S’intitolerà LE SFUMATURE DELLE TENEBRE – I lupi sono usciti dalle loro tane.
Spero che il libro possa uscire entro il mese di febbraio, se riuscirò a trovare le risorse economiche necessarie. Se tra Voi vi fosse chi vuole contribuire a quest’impresa – o vuole prenotare una o più copie del libro (la donazione è di 18 euro) – può farlo utilizzando una delle modalità in calce a queste righe (*). La mia email è pasqualedanilo.quinto@gmail.com: scrivetemi il Vostro indirizzo e la Vostra email.
Un caro e fraterno saluto in Cristo e Maria,
Danilo Quinto
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