Non nobis Domine 31

Di recente, ho rivisto un’opera d’arte che solo un grande artista come Vittorio De Sica poteva realizzare: “Umberto D”. La storia della solitudine di un vecchio, delle umiliazioni che sopporta, della miseria in cui vive, della cattiveria delle persone che lo circondano, della speranza che ancora nutre per un mondo migliore. Del miracolo della vita, che si consuma nelle fragilità umane.
Un film che tratta dell’Italia post-bellica, ma profetico su quello che sarebbe diventata la società italiana.
Oggi, il problema più grande che ha l’Italia è costituito dalla mancanza di nascite – determinata dalla strage di nascituri per gli aborti e per l’uso dei sistemi contraccettivi – e dall’invecchiamento della popolazione.
Da un lato, senza ricambio generazionale, diventeremo presto preda delle orde di persone estranee alla nostra identità, alla nostra cultura e alla nostra storia. Un disegno voluto e ormai quasi realizzato per intero.
Dall’altro, gli anziani saranno sempre più numerosi, sempre più soli, abbandonati a loro stessi, inutili ad una società che vuole solo produrre e consumare. Lo abbiamo già visto con la gestione del virus – a proposito, che cosa è rimasto di cattolico in Comunione e Liberazione, che invita al suo meeting Mario Draghi? – e la strage di anziani che è stata realizzata, con la sottrazione perfino dei loro corpi morti all’affetto dei loro cari. Lo vedremo sempre più con il passare del tempo, con le pensioni da fame, con un sistema di welfare che è diventato un colabrodo, con l’abbandono di ogni prospettiva di assistenza, anche da parte delle famiglie di appartenenza. Viviamo in una società di inganni, menzognera e diabolica. È la mancanza di guide spirituali a produrre tutto questo.