Non nobis Domine 22

C’è una pagina del Vangelo che ogni volta mi commuove. Sono i versetti 33-43 del cap. 23 del Vangelo di Luca: «Venivano condotti insieme con lui anche due malfattori per essere giustiziati. Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero Lui e i due malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Gesù diceva: “Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno” […]. Uno dei malfattori appesi alla croce Lo insultava: “Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!”. Ma l’altro lo rimproverava: “Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male”. E aggiunse: “Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”. Gli rispose: “In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso”».
Accanto a Gesù, che sceglie di affrontare il martirio sulla Croce per la salvezza dell’intera umanità, ci sono due persone, nella stessa situazione. La prima lo insulta e bestemmia. La seconda si pente dei suoi peccati. Così, il buon ladrone si salva, «si aggrappa all’unica speranza che gli era rimasta», scrive Giuseppe Ricciotti e riceve più di quanto ha chiesto. Scrive Sant’Ambrogio: «Il Signore concede sempre più di quanto gli si domanda: il ladrone chiedeva unicamente che Gesù si ricordasse di lui, ma il Signore gli dice: “In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso”. La vita consiste nell’abitare insieme con Gesù Cristo e dove è il Signore ivi è il Suo regno». Ne Il testamento di Tito, Fabrizio De Andrè fa dire al buon ladrone: «Ma adesso viene la sera e il buio mi toglie il dolore dagli occhi e scivola il sole aldilà delle dune, a violentare altre notti; io nel vedere quest’Uomo che muore, madre, io provo dolore. Nella pietà che non cede al rancore, madre, ho imparato l’amore». C’è un quadro meraviglioso che raffigura quest’amore ritrovato: è La Crocifissione di Paul Rubens, del 1620. Il buon ladrone soffre sulla croce, ma al contrario dall’altro, non si dispera. Condivide la croce di Cristo e sa, dopo le parole che gli sono state rivolte, che quella croce lo condurrà in Paradiso. Sembra che, con la mano destra, voglia impedire che la lancia del soldato romano colpisca Cristo, mentre, con la sinistra, si aggrappa a chi lo ha salvato. Ecco, aggrappiamoci solo a Cristo nel corso delle avversità della nostra vita. Egli ci donerà la Sua protezione.