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Home›FOCUS›Cristo o Barabba?

Cristo o Barabba?

By Danilo Quinto
19 Agosto 2022
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Mentre si moltiplicano appelli per salvare cinghiali e maiali, il Parlamento europeo decide d’inserire l’aborto nella Carta dei diritti fondamentali e l’azienda sanitaria delle Marche dà il via libera all’assunzione di un farmaco per consentire il suicidio assistito di una persona.

L’intera gerarchia ecclesiastica della Chiesa Cattolica, tace. Non ha preso tranquillanti. È semplicemente sierata, come tutti i dipendenti della Santa Sede, a cominciare dell’inquilino di Santa Marta, che ha propagandato il siero definendolo atto d’amore e dovere morale, in sinergia totale con il potere civile e disinteressandosi delle conseguenze che l’assunzione di quel siero ha sul corpo delle persone, trasformandole in zombie che camminano, con un sistema immunitario gravemente compromesso e rendendole portatrici di un virus sviluppato e prodotto in un laboratorio. Il problema della morte, che è al centro della vita del cristiano, è stato risolto da questa gerarchia – che tradisce Cristo in base al peccato gravissimo dell’incredulità, lo stesso di Giuda, che Nostro Signore definisce diavolo nel Vangelo di Giovanni – con l’assunzione della prima, della seconda, della terza e tra breve della quarta, della quinta dose del siero. Non con la fede.

I cattolici adulti, nella stragrande maggioranza anche loro sierati – accettando, quindi, che sul loro corpo siano applicate, sotto ricatto, norme e leggi che si possono ben definire eugenetiche, senza l’opposizione vera (alla luce del sole e gridata dai tetti) di un solo cattolico eletto  – attendono a mani giunte che nel prossimo Parlamento siedano cattolici (sic!). Vogliono ancora combattere – come intendono loro il combattimento – contro il gender o il ddl Zan. Auspicano che non vinca il PD, come se non sapessero che Giorgia Meloni siede insieme a Enrico Letta nell’Aspen Institute, che Berlusconi vorrebbe un ruolo importante per Draghi nel prossimo Governo e che Salvini non ha fatto alcuna autocritica al suo sostegno determinante all’ex presidente della BCE; nel caso di vittoria  del centrodestra si accontenterebbero del fatto che le misure lesive del diritto alla vita adottate negli ultimi tre anni siano mitigate (loro pensano). Lanciano anatemi contro chi si asterrà – decisione, peraltro, pienamente legittima e politicamente significativa se praticata, com’è probabile, dalla metà degli aventi diritto al voto – o contro chi negli ultimi tre anni (magari da ateo o gnostico) si è occupato con coraggio della libertà di tutti. Per carità, si sa bene che nei nuovi movimenti possano infiltrarsi personaggi non proprio raccomandabili, ma in una situazione confusa come l’attuale questo rientra nelle cose possibili.

Resta il fatto, che la prima delle libertà da difendere nel contesto politico e sociale che viviamo è la difesa del proprio corpo dalle aggressioni di chiunque voglia violarlo. Corpo e anima, per un cattolico, hanno lo stesso valore, perché appartengono entrambi solo a Dio. È accaduto, invece, quello che profeticamente scriveva Mario Palmaro: anche se sulle loro case passassero gli elicotteri dei vietcong, i cattolici non se ne accorgerebbero. Rimarrebbero seduti. Sempre.

La morale cattolica – insieme alla dottrina e alla liturgia di sempre della Chiesa Cattolica – è stata modificata e inquinata dagli ultimi settant’anni di ideologia post-conciliare, che ha servito il mondo e i suoi desideri di libertà dai vincoli imprescindibili della legge naturale. Complici, la cultura cattolica – ridotta a rivoli insignificanti in concorrenza tra loro, facce di una stessa medaglia, che non persegue l’unità, ma la disgregazione, l’ambiguità e la confusione – e proprio quei parlamentari cattolici, che hanno occupato per decenni gli scranni parlamentari, inseguendo, su ogni legge proposta che riguardava i cosiddetti diritti, il compromesso e il male minore, che per un cattolico non deve e non può esistere, perché la sua parola dev’essere sì, si, no, no, come ha insegnato Nostro Signore. Non solo: sono stati disposti per decenni a firmare appelli a favore dell’elargizione di decine di milioni di euro da parte dello Stato a Radio Radicale, strumento principe di un’ideologia che ha dilagato ed è diventata di massa. Sono stati e sono degni eredi dei loro antenati politici, che da Ministri e Presidenti della Repubblica hanno firmato e promulgato le leggi sul divorzio e sull’aborto, che hanno aperto la strada alla dissoluzione dell’identità cristiana del nostro Paese.

Il disprezzo dei principi della legge naturale e l’abbandono della stessa nozione di Dio da parte della gerarchia ecclesiastica e di quello che fu il popolo di Dio, hanno favorito, preparato il terreno e prodotto l’impossibilità – ormai definitiva, fino al ritorno di Cristo sulla terra e al giudizio particolare che subirà ciascuno di noi – di distinguere il Bene dal male. Quanti cattolici, nei decenni passati ed oggi, sono stati contrari nella loro vita personale e non hanno praticato il divorzio, l’aborto, i sistemi anticoncezionali? Quanti cattolici sono contrari all’eutanasia? Quanti cattolici hanno accettato il fatto che ai loro figli, nelle scuole statali di ogni ordine e grado, venga insegnata l’educazione all’affettività – come la chiamano – e la possibilità di cambiare sesso nel corso della loro vita? Quanti cattolici hanno compreso che non si può avere Cristo se si consegna alle scelte dello Stato la propria vita e la propria libertà? Se si diventa schiavi di uno Stato, che si definisce democratico e che ha avuto ed ha connotati peggiori di quelli di uno Stato totalitario? Quanti cattolici sierati nel corso di questi tre anni hanno aiutato, sostenuto, condiviso il comportamento di milioni di italiani – cattolici e non cattolici – che hanno sofferto e combattuto, scegliendo tra la loro vita e il lavoro, recidendo legami familiari e amicali?

Coloro che in questo tempo hanno resistito – per il Bene e la vita di tutti – sanno che dalle prossime urne uscirà la prospettiva, molto probabile, di un governo tecnico. Tutti lo vorrebbero, del resto – al di là delle schermaglie elettorali – perché al siero, tutti consenzienti, hanno aggiunto la scelta di partecipare alla guerra con l’invio delle armi all’Ucraina ed hanno già introdotto una nuova forma di paura, rappresentata dall’invenzione dell’emergenza ambientale, preparando consapevolmente uno scenario che imporrà quello che già ha dichiarato Draghi: Sarà un autunno complesso, nel quale tutti devono essere coinvolti.

Qual è lo scenario complesso che si profila? È stato già scritto e proclamato. Quello del transumanesimo, dell’asservimento dell’uomo ai diktat della scienza e della tecnologia, dell’ulteriore annichilimento delle coscienze, che non avviene a causa di un processo ipnotico, ma per decisione del potere.

È certo che a questo scenario da Tribunale di Norimberga continueranno a resistere milioni di persone. Qualunque cosa accada. A ben considerare, questo è il solo vero grande problema che deve affrontare il potere, a prescindere dall’esito del voto. Che cosa ancora farà a queste persone il potere? Come continuerà a punirle? Quale programma ha previsto per loro dopo la gogna sociale subita e l’impoverimento? Che cosa farà la gerarchia ecclesiastica? Continuerà a disinteressarsene, a lasciarle al loro destino? Che cosa faranno i cattolici laici? Dichiareranno di voler combattere ancora per la Verità? Per quale Verità? Qual è la loro Verità? Quella di Cristo o quella di Barabba?

Cari amici,

nel mese di settembre 2022, uscirà la seconda edizione del mio primo libro, Da servo di Pannella a figlio libero di Dio, con il quale nel 2012 raccontai la storia della mia conversione. Sarà un’edizione aggiornata ed arricchita dai fatti avvenuti negli ultimi dieci anni della mia vita.

Se vuole prenotare una copia del libro basta scrivere a pasqualedanilo.quinto@gmail.com.

Un caro saluto, Danilo Quinto

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Quel giorno verrà. Per tutti.

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Sono nato a Bari il 10 febbraio del 1956. Una città che amo, ma che è stata distrutta moralmente, culturalmente e umanamente dalla politica degli ultimi cinquant’anni… (Continua)

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